LA NOTTE DI SAMUDRA

Per gli abitanti del piccolo villaggio, il più a nord della regione artica, il freddo quell’inverno era stato in modo particolare rigido.
Nella bassa e rotonda casa di ghiaccio la giovane ragazza dalla pelle scura e gli occhi obliqui, distesa sul caldo letto di argentee pellicce, avvertiva ormai prossimo il momento in cui lo Spirito della fertilità l’avrebbe chiamata alla grande prova.
La paura del travaglio la percorreva in ogni sua parte e la sua fronte rifletteva alla luce della lampada ad olio trasparenti perle di sudore.
Fuori dall’igloo l’ultima luce del giorno polare regalava agli spazi intorno una atmosfera incantata, rarefatta.
Un vento sibilante ma inesorabile come lama di ghiaccio trasportava lontano i gemiti di dolore della ragazza travolta da un tempo infinito dal vorticoso fiume di alterne sensazioni.
Un silenzio irreale annunciava l’aurora e il cielo da rosa presto si colorì di bianco.
La magia di quel primo vagito sospese il suo cuore in un nuovo invocato senso di pace.
Quel giorno il popolo della neve, riunito dal capo del minuscolo villaggio, celebrò con antico orgoglio lo straordinario dono per quella piccola e forte creatura.


Notte Samudra1_bis
Riconoscimento al Concorso “La magia dell’aurora boreale”