COME UN’ECLISSI


Immacolati suoni inattesi,plasmati da energia e vigore
si diffondono nella mente che li riceve traboccante
di ricchezza eterna, suadenti tristi, immersi in un oceano
di note progetti pensieri che non ci appartengono perché
troppo ardui da concepire.
Rendono astratti i sensi,scivolano nel limbo
dove solo l’anima può tendere l’orecchio per non lasciar
cadere quella forza traboccante,
profonde note penetrano come spirali e scavano i gironi
dello spirito che prende forma calda vibrante flessuosa,
percorso obbligato a percorrere i suoni nati dentro
come rose sbocciate al buio.
Ammaliate dall’incanto si fanno curiose le note
nelle serate tristi e vagano solitarie, orfane delle passioni,
epicentro di se stesse, vivono la gelosia
di un giro di valzer, i baci sono pesanti come le stelle
recano il braciere ardente di un fuoco antico
che si fa riconoscere per quegli occhi di fuoco.
Continuate a girare, sarò il vostro asceta
nel riparo ombroso per divenire profondo silenzio.
Un dardo rovente entra nel cono della montagna,
si eleva il fumo della creatività, esplode la progressione
di musicalità nel proiettare ovunque effetti sonori,
rimane profondo il solco lasciato dal fuoco moltiplicato
che non sa distruggere ma regalare percezioni
sfocate e lontane, nemiche del vento terso.


Nuova ricchezza scende col fiume di lava
dove scorre liquida la fantasia dove circola
non sangue ma note: fermati, ascolta
la misteriosa armonia della musica dentro,
quella cadenza, quei ritmi quei suoni
alti e bassi, fluisce come idea
e conia il nuovo universo, parla un linguaggio geniale
come profumo capace di catturare i sensi
si schiude la sorda era e rinasce nuova la terra
dove la musica fa battere il cuore
in un quadro sospeso
che sa parlare a tutti dei suoi inestricabili significati.
Rimane un enigma quel mare fluttuante,
rossa inquietudine di tormento, vessillo della natura
non sempre coperta con un mantello azzurro,
lo spazio non appare ancora vuoto come il buio
della notte, forgia note d’argento che salgono al cielo
portando su i pesi che il giorno quotidiano lascia
prima di andarsene, si erge il potere della musica,
arte dell’arte, che ascoltiamo con occhi bagnati
e anche noi assumiamo le sembianze di musica pura.
Onde melodiose vagano animate di vivo desiderio,
pulsante cuore dell’esistenza, dove arrivai vestito
di sola paura, di luce che mi annegava,
si era spalancata la grande porta che inghiotte
l’uomo che sono, la neve geme dove è traghettato
quell’ardore, l’erba ricresce: tutto sarà inciso
nel bassorilievo della storia.


Nel tempo di un lampo l’oscura visione
si guarda allo specchio e si copre di poesia
che risuona nel mondo come tremolio di foglia,
accompagnata dalle corde del liuto.
La terra ritrova le radici, il vocabolario per parlare:
le parole sono musica: non arrivai qui invano.