La certezza che da luce

Hypothesis, di Marco Boietti, edito da Blu di Prussia, regala a chi lo legge una nuova prospettiva, un diverso modo di vedere il mondo: è un poema che svela un segreto. Quello di una luce nascosta in fondo al cuore; potente come una risata e avvincente come un bagliore nel buio. La si trova dietro ogni parola, appena dopo aver rotto la superficie della banalità ed essersi immersi nella profondità del vivere. Allora è come se cadesse un velo. Si sarà persone libere (veramente). Avremo la consapevolezza. Certo le parole non potranno cancellare il dolore e la difficoltà ma saranno capaci di illuminare di bellezza il vivere. E la gioia sarà più gioia.
Che bello il messaggio di Marco Boietti.
Quante volte si vive cercando di riempire un vuoto, prendendo tutto alla rinfusa, cercando un po’ di felicità come se si stesse riempiendo il cesto della biancheria. Lasciandoci scorrere addosso il tempo così, nell’affannosa ricerca di un momento di serenità, senza guardare veramente noi stessi, l’universo intorno. Invece la soluzione è attraversare la vita, attraversare le parole. Loro non sono nomi, etichette appiccicate a questo o a quello, ma l’essenza del mondo, il segreto racchiuso in ogni fenomeno. La parola è un bisturi che arriva fino al significato più vero, può raggiungere l’infinto.
E’ lo sguardo della poesia, la sua magia.
D’altra parte è la vita stessa ad essere un incanto, forse è per questo che sono così compenetrate.
Vivere è l’unico modo per raggiungere la poesia, e di certo non ci sono percorsi segnati. L’esistenza ha infinite possibilità, altrettanto la poesia: una brezza leggera che trasporta in un'altra dimensione. Prima però bisogna lasciarsi lambire e non è facile. Intanto perché le parole non possono appartenere a nessuno, vanno, vengono, ci accompagnano. Poi, perché si vive soli. Dunque bisogna avere il coraggio di lasciare tutte le risposte preconfezionate e cercare le proprie.
Marco Boietti c’è l’ha fatta, in Hypothesis si legge del suo viaggio. Gli inverni dell’anima che ha attraversato, l’improvviso baluginare di una promessa “la mia lucerna di libertà”, tanto inattesa e bella che pare avesse avuto la consistenza di un miraggio. Ma no, “la poesia non è un inganno, la vita diventa bilancia, la certezza illumina la vita”.
Meravigliosi i disegni di Danilo Boietti, che corredano l’opera, immagini con cui ci si identificherà.


Elisabetta Guida



Hypotesis è il racconto di un viaggio alla ricerca di una dimensione ideale: l'universo poetico.
La realtà non esaurisce se stessa, vi è un surplus di vita cui il poeta anela e che raggiungerà solo intraprendendo un cammino verso l'ignoto durante il quale, come vuole lo stile classico del poema, vivrà l'esperienza della perdita e del ritrovamento: per afferrare quella che ormai si configura come la vera realtà – la poesia – occorre lasciar morire l'uomo di prima, l'uomo quotidiano, e dar vita a un nuovo individuo, il quale finalmente intuisce e conosce l'essenza delle cose che si nasconde dietro il loro apparire.
Lungo questo percorso esistenziale il poeta sembra essere accompagnato da una moltitudine di altri individui; in realtà l'unica guida possibile per raggiungere la meta – cioè l'idea poetica – è se stesso.
Egli vorrebbe coinvolgere l'umanità nella ricerca di questo ideale, ma il proposito si rivela, in ultima analisi, fallimentare. Non c'è speranza: gli uomini rifiutano di elevarsi dalla quotidianità all'idea e dunque l'artista rimane solo. L'unica possibilità consiste nel rendere universale l'esperienza individuale. Da qui il costante richiamo per tutto il poema alla natura e al cosmo, nella perpetua ricerca del carattere universale delle proprie esperienze.
Hypotesis ricorda altresì al lettore il fenomeno clinico dell'out of body, quando la morte è solo apparente e la coscienza si scinde dal corpo.
Allo stesso modo, il poeta si separa dall'uomo reale, guardandolo dall'alto e accompagnandolo lungo il cammino verso quella che ormai è rimasta l'unica vera realtà: la poesia.
Solo attraverso la poesia è infatti possibile scorgere l'essenza che riposa nelle cose e che ormai gli uomini, imprigionati nel grigiore della routine quotidiana, non notano più. Si vive guardando, senza vedere.
Questo è forse l'aspetto più tragico che emerge dalla lettura del poema e deve invitare tutti a riflettere sul valore che si dà alla propria vita, su come si giudicano cose e persone, su quanta ricchezza si perde ogni giorno perché si passa davanti alla bellezza senza accorgersi di essa.
L'essenza delle cose risiede in loro stesse e può essere facilmente svelata guardandole con maggiore attenzione di quella che si presta solitamente a ciò che ci circonda.
Per questo motivo, Hypotesis è senza ombra di dubbio anzitutto un omaggio alla Natura, alla sua forza, alla sua bellezza, si potrebbe dire persino alla sua poeticità. La natura è poesia perché è in primo luogo idea e il costante riferirsi del poeta agli elementi naturali è sintomo di una forte tensione verso l'ideale, che però, paradossalmente, può essere raggiunto e contemplato soltanto estraniandosi dalla realtà.
Ecco allora che in Hypotesis il poeta accompagna l'uomo e, insieme, entrambi i personaggi prendono per mano l'umanità intera guidandola lungo un percorso per ritrovare, attraverso la Poesia – e dunque per mezzo di un'idea – la bellezza della realtà.

Giulia Bianchi