Mi sentivo male, agitato, preoccupato per tutto, turbato.
Mi sono venuti in mente gli esercizi spirituali della scuola
epicurea.
Si può capire che una filosofia come lo stoicismo che esige
vigilanza, energia, tensione dell’anima consista essenzialmente di
esercizi spirituali.
Ma forse sorprenderà constatare che l’epicureismo, considerato
abitualmente come una filosofia del piacere, fa posto non meno
dello stoicismo a pratiche precise che non sono altro che esercizi
spirituali. Il fatto è che per Epicuro, come per gli stoici, la
filosofia è una terapia, questa volta la guarigione consisterà nel
liberare l’anima dalle preoccupazioni della vita per condurla alla
semplice gioia di esistere...La vita si consuma nel turbamento dei
timori ingiustificati e dei desideri insoddisfatti. Siamo dunque
privati di quello che è il piacere autentico, del piacere di
essere.
Per approdare alla guarigione dell’anima saranno necessari esercizi
spirituali...Diversamente dalle tesi degli stoici, per guarire
l’anima non bisogna esercitarla a tendersi. Anziché rappresentarsi
i mali in anticipo, per prepararsi a subirli, dobbiamo, al
contrario, staccare la nostra mente dalla visione delle cose
dolorose e fissare lo sguardo sui piaceri. Occorre far rivivere il
ricordo dei piaceri passati e godere dei piaceri del presente,
riconoscendo quanto siano grandi e gradevoli quelli del
presente.
Si tratta di un esercizio spirituale ben determinato: non più la
vigilanza dello stoico, che si sforza di essere sempre pronto a
salvaguardare, in ogni istante, la sua libertà morale ma la scelta
deliberata, sempre rinnovata, della distensione e della serenità e
una gratitudine profonda verso la natura e la vita che, se sappiamo
trovarle, ci offrono incessantemente il piacere e la gioia...Infine
per gli Epicurei proprio il piacere è esercizio spirituale.
Questo ritratto straordinario dell’atteggiamento epicureo ci aiuta
a capire la forza esistenziale della musica. Invece di fissare lo
sguardo sui piaceri, fissiamo l’ascolto sui piaceri della musica:
che cosa troviamo? Sappiamo tutti che la musica può essere una
terapia non solo psicologica ma anche spirituale, cioè una forza
trasformatrice. Possiamo allora porci una domanda pertinente:
esiste una terapia spirituale epicurea nell’improvvisazione del
jazz?
La risposta non può che essere affermativa. La musica è un’arte di
vivere, vivere jezzisticamente attraverso l’improvvisazione. Si può
così creare un’atmosfera magnetica di lirismo pacifico e lento,
senza aggressione e senza fretta. Coinvolta nella musica, la nostra
inquietudine non ci assilla più.
Infatti la nostra lentezza in quanto tale può darci l’impressione
della distensione epicurea: c’è però una bella differenza tra
pigrizia e serenità.
Per essere pigri basta non sforzarsi, essere inerti; per essere
sereni ci vuole l’energia dello spirito, quell’esercizio in grado
di cambiare la nostra visione del mondo e perfino creare un nuovo
stato d’animo gioioso.