I componenti di una famiglia americana, all'inizio del secondo conflitto mondiale, sono i protagonisti della nuova sceneggiatura in tre atti di Marco Boietti, "Il gioco delle parole", 2015, Giuliano Ladolfi Editore.

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PREFAZIONE DI ELENA POZZI

Con questa sceneggiatura, la seconda dopo La coda del pavone, il poeta Marco Boietti accende il riflettore sull’apparente tranquillità di una comune famigliola americana che quotidianamente si ritrova a tavola a colazione, pranzo e cena; e lo fa con una certa abilità descrittiva, abbandonando il suo consueto linguaggio poetico – di cui tuttavia permangono echi nei mai scontati accostamenti lessicali – per lasciare spazio ad una prosa creativa, strumento più efficace nella resa dei personaggi.
Piuttosto laconici, chiusi nei loro ruoli precostituiti, i protagonisti di questo Gioco delle parole celano in realtà segreti e amarezze che lo scambio di brevi frasi sembra risvegliare nel loro intimo. Come in una sorta di fermo immagine la bocca tace e l’eloquio lascia il posto ai pensieri, a quello che si vorrebbe dire ma non se ne ha il coraggio e a quello che si tenta di nascondere soggiogati dal conformismo e dall’ossessione mai palesata del “quieto vivere”.

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copertina Gioco delle parole