“Marco Boietti ci conduce attraverso la sua silloge poetica in
un'atmosfera preziosa, onirica, rarefatta, dove l'illusione perduta
di un amore perduto s'intreccia all'evocazione del suo ricordo e
dove rimpianto e sogno si alternano vicendevolmente [...]. La
pesantezza del tempo sempre uguale a se stesso è accentuata da una
profonda e gravosa solitudine, altro sentimento che traspare con
chiarezza nei pensieri dell'autore, solitudine che si accompagna al
silenzio e che viene rimarcata ancor più dall'indifferenza
quotidiana: "Oggi vedo intorno / a me una città / ricca solo di
malata / solitudine" (Un addio) [...]. Tuttavia l'argomento
principe della silloge, fonte di questi Moti e maree dell'animo,
"occhio" di questi cicloni e sorgente della solitudine, è l'amore
perduto: così l'ascolto per un solo istante della voce della
persona amata val bene "vendersi l'anima", sebbene resti "gioia
effimera / che si dissolve brevemente / per lasciare il posto ad
una tristezza / indicibile e perfetta" (Audire). Il dolore, così
incombente, così arduo da sopportare, spinge ad ubriacarsi "di
sogni amaramente impossibili" "fino a tarda sera" (In perfetto
ozio), ad annegare i problemi”.