QUESTA TERRA

Dove sono nate
parole acerbe
come pannocchie,
semi che il vento
ha preteso per sè
non ancora svegliati
dal sole di maggio,
li immagini querce
ma sono invisibili
fili d’erba.

Portato dai pennacchi del fumo
il treno annunciava l’arrivo,
la fisarmonica raccoglieva gente
alle fermate di stazioni anonime.

Nel mare di frumento l’aria abbassava
lo stelo dei fiori che giravano come soli,
il tuono era ricchezza, annuncio di vita
miseria decorosa per messa da requiem.

In un giorno di quei tempi
gli alberi ascoltavano muti
mentre mi scavavo la culla
cantando una ninna-nanna
sul prato lucido come mare.


dalla raccolta inedita “ Azimut”