IL GIGANTE

Ero l'abete amico del cielo
quando i bambini indicavano
le fronde più alte
lambire la volta celeste
ora le accette mi hanno profanato
e la natura inerme
piange la corteccia artigliata
grondante di sangue.
Nei cerchi concentrici
il tempo conta con lucidità
gli anni addormentati.
Il legno incantato
attende i passi presuntuosi
di chi farà ulteriore sfregio
dove nera pioggia
cadrà su un mondo
solo un po' più morto.