Aspettavo la mia nave arcaica
perduta sulla schiena del mare
i suoi immensi alberi biblici
erano il tabernacolo del credo
ateo dell’equipaggio canicolare,
con il vascello quadrò lascerò
questa nuda riva di infinito.
Sguardo bianco al crepuscolo
sfuggo con pupille rovesciate
sul mio tronco nudo, appare
probante il languido ritratto
della più altera delle fiamme.