Una violacea congiunzione mi guida
tenendomi sul palmo della mano
dissertiamo di mortali identità
non riesco a sollevare il peso della sera
quel pertugio è il passaggio obbligato
dentro risuona l’eco da vene aperte
mi stendo incosciente sul viso di un prato
sul margine astratto con la morte nell’occhio
mi chiedo quale sia il limite dove io resti