PREFAZIONE



Nel poema Meta Marco Boietti muove una critica alla storia in quanto passato, all’uomo di ieri e di oggi in quanto artefice del proprio destino e quello altrui.
Boietti, poeta raffinato e profondo, in Meta ci presenta un viaggio storico, rivisitato in versi e prosa, per ricordarci la storia dell’uomo conquistadore, un passato e un presente che riguarda tutti.
I tempi cambiano, ma la storia no, è ciclica e la riviviamo con altri viaggi, dalla conquista di terre per arricchirsi al viaggio della speranza. popoli che vengono annientati o calpestati per la fame di potere, popoli che lasciano le proprie terre afflitte dalla guerra, dalla miseria, dalla mancanza di rispetto o applicazione dei diritti umani e civili dell’uomo.
Sin dai tempi dei conquistadores il sistema di un governo assoluto o parlamentare portò a considerare giusta e naturale la sottomissione dei popoli conquistati, le loro richieste non furono ascoltate, se non da Bartolomè de Las Casas che denunciò quanto avveniva senza sortire nessun effetto, e si impegnò nella difesa dei diritti universali e fondamentali della persona umana.
In Meta riemerge uno squarcio di con la voglia etica tesa a ricomporre i fili aggrovigliati di un mondo trascorso. la conquista si attua attraverso un percorso, un viaggio di disgregazione tra l’uomo e l’uomo, sotto un cielo in cui la civiltà da una parte soccombe rispetto all’uomo medesimo, dall’altra ne viene potenziata risorgendo a nuova vita nel suo ruolo equivoco nei confronti dell’uomo che accoglie e distrugge.
Per lo shock culturale i conquistadores, uomini nobili e colti rimasti senza terra a causa del maggiorascato, violenti perché da bambini esercitati alla violenza guerresca, animati dal fervore religioso cristiano vicino al fanatismo, in cima ad una piramide, decisero il rapporto tra gli invasori in cerca dell’eldorado e i conquistati.
La cultura degli uni non sarebbe mai stata conciliabile con la cultura degli altri, i sacrifici umani praticati dai precolombiani per onorare gli idoli furono visti dai conquistadores come il frutto di una religione satanica.
Qui i bianchi venuti a turbare società dotate di proprie regole, di un proprio equilibrio, non fecero l’esercizio del comprendere ma quello di giudicare e conclusero che non era peccato uccidere o torturare uomini, perché nel nuovo mondo non avevano trovato esseri umani bensì creature animalesche, incarnazione del demonio con il conseguente scontro tra civiltà senza accettare la diversità.
meta non può prescindere dalla malinconia, fil rouge che lega l’intero poema. meta instaura un dialogo con il lettore e lo coinvolge.
La preterizione, l’enfasi del non detto rende viva la storia, desta l’attenzione offrendo sulla sconfitta dei popoli riflessioni sui limiti e sulla finitezza dell’uomo.
Boietti con intensità crescente e vibrazione memoriale scandisce un’opera di auscultazione ferma e pudica dei palpiti e dei fremiti dell’esistenza.


In Meta scenari naturali, colori sgargianti, profumi speziati, popoli e luoghi servono al poeta per spiegare verità e bellezza.
Nelle parole il respiro prende il ritmo, il cuore pulsa a dovere. la scrittura si fa viaggio e si dipana in versi e prosa trapuntati di musicalità, percezioni, emozioni . La poesia di Boietti senza ornamenti vibra e s’innalza per cantare la fratellanza, la giustizia, la libertà.
La conquista del nuovo mondo è considerata una crociata contro i “pagani”.
La cristianizzazione e la lettura del requerimiento -conversione forzata- condussero alla sottomissione e alla distruzione dell’universo religioso, spirituale degli indios. i conquistadores accolti con ospitalità perpetrarono genocidi nei confronti di uomini pacifici e innocenti. Meta è un atto di accusa e instilla il dubbio sulla legalità e la liceità di certe conquiste.
Non è da escludere l’ignoranza, ma chi è libero per natura non può essere schiavo per natura.
Civiltà sterminate in nome dello sviluppo ora ci insegnano molto su noi stessi, sul nostro presente. si è andati fuori strada a causa di uno stile di vita imposto da valori che in realtà non appartengono all’uomo. E Boietti è un maestro a fare riflettere il lettore su questi aspetti.
I venti del cambiamento soffiano sopra di noi e una nuova era di consapevolezza deve iniziare. è tempo di vivere in armonia, di riscoprire le nostre origini ancestrali, gli antichi sentimenti di amore e di pace.
Il poeta chiama a testimoniare la storia per ottundere le sporgenze, effonde il suo pathos senza decadere in moti dell’anima immiseriti, traduce il suo patimento in un severo monito per l’umanità.
In Meta la poesia e la storia non vengono scisse, si compenetrano e la vita rigata di un’esauribile speranza viene venerata con la forza casta dell’amore.



Annitta Di Mineo