PREFAZIONE



Il Paso Doble è una danza spagnola attraverso la quale i due ballerini mettono in scena la lotta tra il torero e il toro. Il corpo di entrambi deve quasi sempre mantenere la posizione delle braccia come se usasse la cappa, mentre il viso deve avere un’espressione aggressiva, proprio come quella del matador nell’arena, dove il pubblico attende con ansia ma anche con piacere l’attimo fatale, quando cioè il torero colpirà a morte il toro.
Marco Boietti, in questa sua nuova raccolta di poesie, propone al lettore un suo personale Paso Doble. Il poeta, infatti, ingaggia una lotta attraverso un dialogo serrato con l’Altro. Ma chi è l’Altro con cui Boietti si confronta? Leggendo la poesia che apre la raccolta mi sembra vi sia un richiamo a Jung e alla psicologia analitica, soprattutto in alcuni versi: “… le mie mani/ hanno per compagno/ solo/ il cuore incerto./ L’ombra si allunga/ e contempla cose passate/presagio di morte/ di eternità”. Carl Gustav Jung parla di coppie. La prima costituita dall'Io, inteso come il complesso di rappresentazioni coscienti e permanenti, in cui è riposta la propria identità, con tutti i principi e valori accolti e riconosciuti; la seconda dall' Ombra, intesa come l' insieme delle possibilità di esistenza respinte dal soggetto come non proprie in quanto considerate negative.
Più si va avanti nella lettura e più diventa difficile capire qual è l’Io e quale il suo Altro.


Si è infatti assaliti da un vortice di immagini fantasiose, forse reminiscenze di sogni recenti e del passato che sfuggono alla logica e che appartengono solo al mondo dell’immaginario ma non per questo marginale. Nel linguaggio della musica si potrebbe dire che siamo di fronte ad un controcanto, laddove il disegno melodico secondario è sovrapposto o sottoposto a quello principale.
Quello di Marco Boietti è un sogno infinito, affollato da emozioni che rivelano la determinazione di non perdersi e di affrontare il dolore e l’angoscia del vivere. Le stelle, il mare, la luna e i fiori sono elementi che ricorrono nella sua poesia: “…le stelle scoprono bolle/ di fantasia” e poi: “fiori sbocciano nell’aria/ l’aria sboccia nel fiore”. In un’altra poesia: “… rimango a guardare/ il mare stanco/ dal volo del gabbiano”, e ancora: “Vede la tua camicia aperta/ la luna/ sotto l’acqua la sabbia si fa rovente…”.
Ad immagini di luce fanno da controcanto, come nel Paso Doble, quelle dell’angoscia: “…dalla finestra/ mi arriva un ghigno./ La macchia sulla tovaglia/ ha lasciato la figura/ del demone …”. Ombra è un’altra parola che ritorna nei versi di Boietti e di particolare significato acquista la poesia: “Mi trattenevano lungo/ il fiume/ le ombre/ volevo scalare la luna/ e tornare bambino./ La luce mi chiamava/ io/ avevo già aperto le braccia”.

Maddalena Capalbi