LA GROTTA
 
Il travaglio ti ha portato alla morte
e l’umiltà profondamente turbata
si interroga sulla tua umanità.
Il Re degli Angeli, flagellato e crocifisso,
splende più del sole con il pallore
della morte sul velo degli occhi.
 
Una sindone bianca nuova verginità,
ti avvolge con profumati aromi
e un sepolcro scavato nella roccia
accoglie la maestà del tuo corpo.
 
Immensa è la pietra che chiude
la bocca alla grotta.
E così il buio del silenzio si insedia
nella nuova desolata dimora.
 
Le ore passano mute dove giace
la pena immobile che soffoca
ogni velo di ombre sin quando
il vetro del silenzio si incrina
per una goccia,
e poi un’altra e un’altra ancora.
 
Scendono dall’alto, guidate da sacri fili
sul bianco sudario
di intoccabile sacralità.
 
Piange il sepolcro dolci lacrime
per il figlio della sofferenza.
Non sono le stelle d’argento
a vegliare il corpo
ma gocce invisibili al male,
avversario del Verbo
sulla terra e nel cielo.
 
 
Natura piange il figlio prediletto
nella notte senza luce.
Mentre il mio cuore si addormenta
nel bosco della tristezza,
giunge divina voce il coro degli Angeli
a glorificare Cristo morto.
 
 
 
dalla raccolta inedita “CIGNI DI GIADA